
Non più una terra da risarcire per la sua arretratezza rispetto al resto del Pese, ma un giacimento di competenze e opportunità. Non più un territorio da cui emigrare, ma il centro di una nuova strategia di reindustrializzazione, di produzione di energia da fonti rinnovabili, di traffici di persone e merci.
“Le nuove 8 Zone Economiche Speciali” dell’Italia “non saranno isolate ma snodi di un sistema altamente efficiente di collegamenti ferroviari, portuali, aeroportuali e stradali. Grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e alle altre risorse nazionali ed europee nei prossimi anni puntiamo a costruire dei veri hub intermodali, affinchè le rotte commerciali che dall’Estremo Oriente e dall’Atlantico transitano per Suez e Gibilterra possano trovare una porta d’ingresso verso l’Europa e un link privilegiato con le aree a più alto tasso di sviluppo del Nord Africa“. Lo ha dichiarato la ministra per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna, intervenendo al Padiglione Italia di Expo 2020 Dubai per l’evento “Special economic zones: a new key to industrial policy and the relaunch of the port system”.
Con il Pnrr “investiamo nell’infrastrutturazione delle Zes e nei potenziamenti dei porti del Mezzogiorno. Con gli investimenti sulle nuove linee ferroviarie ad alta velocità e alta capacità, tagliamo drasticamente i tempi di percorrenza e accresciamo il traffico ferroviario per passeggeri e merci su tragitti ad alto valore strategico. L’obiettivo è rendere i porti e le Zes del Sud Italia il luogo più conveniente dove far sbarcare merci e materie prime da lavorare, pronte per essere esportate dovunque in Europa e nel mondo. Questo anche in virtù dell’ampio programma di riforme di sistema che stiamo implementando: la riduzione dei tempi della giustizia civile, le liberalizzazioni, la semplificazione dei procedimenti amministrativi“, ha detto Carfagna.
“Questa è la visione che abbiamo per il futuro dell’Italia meridionale. Non più una periferia d’Europa, ma la punta avanzata del Continente nel Mediterraneo allargato. Non più una terra da risarcire per la sua arretratezza con il resto del Paese, ma un giacimento di competenze e opportunità. Non più un territorio da cui emigrare, ma il centro di una nuova strategia di reindustrializzazione, di produzione di energia da fonti rinnovabili, di traffici di persone e merci. Chi si affaccerà al Sud nei prossimi anni per fare impresa e investire potrà essere protagonista di una nuova stagione di sviluppo ad alta intensità. Spero di aver detto abbastanza per spingervi ad approfondire e a valutare se e come i vostri interessi e i vostri progetti possono incrociarsi con queste opportunità“.